Cenni storici
L’origine di questa disciplina vede le sue lontane radici in diverse culture quali quella cinese, egizia e micenea dove si trova traccia di eventi legati all’attività motoria che coinvolgono la bellezza del gesto e il controllo del movimento.
Nell’antica Grecia, la ginnastica fu praticata per prima dai Dori, dove apparvero le prime esibizioni, mentre tra il Settecento e l’Ottocento, in Europa, si cominciano ad utilizzare gli attrezzi codificati, che vengono impiegati per l’addestramento militare.
Con F.L.Jhan, che nel XIX secolo inaugurò a Berlino la prima palestra pubblica, nacque una ginnastica razionale e scientifica, che prevedeva l’apprendimento di esercizi di corsa e salto e l’introduzione dell’attrezzistica a scopo medico e salutistico.
Nel medesimo periodo lo svedese Per Henrik Ling ideò un metodo ginnico che prevedeva il graduale sviluppo del corpo, mentre Adolf Spiess, in Germania, diede vita alla ginnastica collettiva, l’insieme di queste teorie e pratiche costituiscono la base dalla quale si sviluppò la moderna ginnastica artistica.
L’introduzione di questa disciplina in Italia si ebbe nel 1807 con Girolamo Bagatta che la presentò in un istituto di Desenzano, ma prese decisamente piede in Piemonte dove R. Obermann la introdusse come disciplina nell’accademia militare.
Da quel momento in poi nacquero molte associazioni ginniche che, federandosi nel 1869 a Venezia, diedero vita alla Federazione Ginnastica d’Italia, la quale ha come scopo il promuovere, propagandare e disciplinare la ginnastica come attività sportiva rivolta all’educazione fisica e morale della gioventù e di curare la preparazione olimpica dei tesserati.
Nel 1881, invece, fu fondata la Federazione Internazionale di Ginnastica a Liegi, ma si devono attendere le prime Olimpiadi moderne del 1896 ad Atene per vedere la ginnastica artistica come specialità sportiva.
Nel 2000 la FGI, per volere di Riccardo Agabio, si struttura costituendo due grandi settori: la Ginnastica per Tutti e la Ginnastica Olimpica, favorendo una più ampia partecipazione alle discipline ginniche e distinguendo così la parte agonistica complessa da quella alla portata di tutti.
Non dobbiamo dimenticare alcuni personaggi italiani che hanno fatto la storia con le loro presenze olimpiche, parlo di Alberto Braglia (vincitore di 3 olimpiadi consecutive Atene 1904, Londra 1908, Stoccolma 1912), Romeo Neri (oro nelle olimpiadi del 1932), Franco Menichelli ( oro olimpico nel 1964) e il Ferrarese Orlando Polmonari bronzo Nel 1960.
Come dimenticare il signore degli anelli Yuri Chechi, (vinse i campionati italiani dal 1989 al 1995, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, la Coppa Europa e ancora 5 titoli mondiali, 4 titoli europei, un Oro olimpico nel 1992, e bronzo olimpico nel 2004), conosciuto in tutto il mondo e forse l’atleta italiano più rappresentativo di questo sport.
Negli ultimi anni nomi come Vanessa Ferrari, Igor Cassina (Oro olimpico ad Atene) Andrea Coppolino e Matteo Morandi hanno rappresentato in maniera più che esemplare la nostra nazione a competizioni internazionali.
Quest’oggi la FGI è suddivisa in 4 discipline olimpiche GAF (Ginnastica Artistica Femminile), GAM (Ginnastica Artistica Maschile), TE (Trampolino Elastico) GR (Ginnastica Ritmica) e 3 non olimpiche (aerobica, ginnastica per tutti, salute e fitness), contando più di 100.000 iscritti.
La disciplina sportiva: attrezzi maschili e femminili
La ginnastica artistica è presente fin dalla prima edizione dei giochi olimpici, anche se solo per il settore maschile. Quello femminile, con il concorso a squadre, fece la sua prima comparsa alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
Questa diversificazione in Settori, Maschile e Femminile, si caratterizza non soltanto per le tipologie di attrezzi che vengono utilizzati, ma anche per l’eterogeneità delle capacità motorie richieste ai ginnasti durante la performance.
Infatti, nella sezione Maschile si enfatizza la componente della forza muscolare che caratterizza gli esercizi, viceversa in quella Femminile le doti peculiari richieste sono l’agilità, la capacità di equilibrio e le doti coreografiche.
Oggi la ginnastica artistica si divide in:
- Ginnastica Artistica Femminile (GAF)
- Ginnastica Artistica Maschile (GAM)
Vi è poi la pratica dilettantistica, rappresentata dalla Ginnastica Per Tutti (Gpt).
Il termine artistico deriva dal fatto che questa disciplina tiene conto moltissimo dell’esecuzione, dell’allineamento del corpo, della coreografia e della morbidezza e semplicità che un ginnasta deve sempre mostrare, anche negli esercizi più complessi e faticosi.
Bisogna ricordare che questo sport è attrezzistico ed è praticato sui grandi attrezzi (i piccoli attrezzi sono propri della ginnastica ritmica), cioè: corpo libero, cavallo con maniglie, anelli, tavola da volteggio, parallele, sbarra, trave e parallele asimmetriche.
Vi sono anche il trampolino elastico, (che però rappresenta una categoria di competizioni a parte) e il mini-trampolino, usato solo nella Ginnastica per tutti.
Vediamo una breve descrizione degli attrezzi ginnici:
Il corpo libero praticato sia nella ginnastica maschile che in quella femminile, è la vera e propria base della ginnastica artistica, dove strutturano le capacità acrobatiche degli atleti.
Venti anni fa la pedana per il corpo libero era costituita da un tappeto di poliuretano alto 3 cm, oggi invece, atleti della GAF e della GAM eseguono gli esercizi su una pedana quadrata facilitante (cioè che imprime una spinta al ginnasta che salta su di essa), chiamata anche tavolato, la quale è formata da due strati di compensato che racchiudono materiale elastico.
Le dimensioni di questa pedana ricoprono una superficie totale di 144 mq.
Questa nuova pedana, oltre ad ammortizzare le fasi di contatto del corpo con il suolo, riducendo il rischio di lesioni, provvede a far sì che alla forza di contrazione della muscolatura degli arti erogata durante le fasi di spinta tipiche dei salti acrobatici, si sommi l’impulso fornito dalla componente elastica fornita dall’elasticità della pedana.
Il risultato dell’azione di queste forze si concretizza in un incremento della velocità di esecuzione del movimento ed in una maggiore elevazione del corpo in attitudine di volo.
Nella Gpt, invece, il corpo libero può essere anche eseguito su una striscia di moquette alta 4 cm, lunga 14 metri (di cui 12 utilizzabili), e larga 2mt.
Cavallo con maniglie Attrezzo praticato solo nella sezione GAM, originalmente era formato da un’armatura in metallo con corpo in legno, ricoperto con pelle. Attualmente il corpo è in plastica o in legno e la copertura è in materiale sintetico.
È alto da terra 105 cm, lungo 160 cm e largo 35 cm.
Le maniglie, solitamente in plastica e alte 12 cm, sono montate parallelamente nella parte superiore dell’attrezzo ad una distanza di 40-45 cm (regolabile), è un attrezzo unicamente maschile.
Anelli Anche questo attrezzo fa parte unicamente della ginnastica artistica maschile ed è l’unico attrezzo mobile e forse il più complesso.
L’esercizio agli anelli dura qualche decina di secondi, durante i quali il ginnasta tiene posizioni statiche e compie passaggi dinamici, terminando con un salto detto uscita.
Il punto di sospensione è a 5,80 m dal piano, l’altezza a 2,80 m (inclusi i 20 cm del tappeto d’atterraggio), la distanza tra gli anelli è di 50 cm e il diametro di 18 cm.
Volteggio È composto da una tragitto o pista di rincorsa, lunga 25 mt e larga 1 mt, da una pedana (120×60 cm) che fornisce la spinta e da una tavola, seguita dalla postazione di arrivo, costituita da tappeti di 6 metri di lunghezza.
L’atleta può battere i piedi sulla pedana, appoggiare le mani sulla tavola ed eseguire il volteggio vero e proprio, oppure può appoggiare le mani prima della pedana (nell’ultimo tratto di corsa), battere con i piedi sulla pedana ed eseguire movimenti e salti indietro.
Questa tavola, che è chiamata amichevolmente dagli atleti lingua, per la sua strana forma, ha sostituito ufficialmente, nell’anno 2001, lo storico cavallo per il volteggio dando vita ad una nuova serie di esercizi a più alto grado di difficoltà.
Questa sostituzione è avvenuta anche a causa di molti incidenti capitati ai ginnasti che eseguivano il volteggio, infatti, l’odierna tavola si presenta come una superficie d’appoggio maggiore (lunga 1,20 metri e larga 95 centimetri, con una leggera inclinazione in direzione del tragitto di corsa), quasi parallela al suolo, ed è alta 135 cm per gli uomini e 125 cm per le donne.
Parallele pari Sono costituite da due staggi posti orizzontalmente, composti da legno flessibile fuori, e di un interno metallico o in fibra di carbonio.
Sono alte 2 metri da terra inclusi i 20 cm del tappeti di atterraggio.
Al ginnasta viene richiesta una serie di evoluzioni al loro interno, senza mai toccare il suolo con i piedi tranne nell’elemento di uscita.
Sbarra è posta a 280 cm dal suolo, lunga 240 cm per un diametro di 28mm, il ginnasta la impugna e non la tocca con nessun’altra parte del corpo, se non con le mani.
L’elemento principale che il ginnasta utilizza per eseguire i vari elementi è chiamato granvolta, un movimento circolare attorno alla sbarra che può essere eseguito frontalmente o dorsalmente. Poi esegue un salto di uscita per atterrare sul materasso posto al suolo.
Trave Praticata solo nella ginnastica artistica femminile, è lunga 5 m, largo 10 cm ed ha un’altezza regolabile, che nelle competizioni olimpiche, va posta a 1,25 m, mentre nella Gpt raggiunge solamente i 50 cm.
La limitata superficie di appoggio (larghezza 10 cm) e l’altezza dal suolo richiedono particolari doti di equilibrio. È in assoluto l’attrezzo più difficile e rischioso per le ginnaste.
Parallele asimmetriche Hanno una struttura in metallo fissata al pavimento su cui si reggono due staggi (di composizione simile a quella degli staggi della parallela maschile) posizionati a due diverse altezze: quello più alto a 250 cm, e quello basso a 170 cm, inclusi i tappeti.
Sono lunghi ciascuno 240 cm e distanziati di circa 130-180 cm (regolabili), per permettere alle atlete di eseguire elementi ginnici e salti da una parte all’altra.
Le gare
La ginnastica artistica, essendo uno sport agonistico, prevede numerosi tipi di competizione ed è proprio questo l’aspetto che spinge gli atleti a superarsi e a lavorare duramente.
Per preparare una competizione (di qualsiasi tipo sia), sono necessarie ore, settimane e mesi di faticoso allenamento.
È importante porsi degli obiettivi di difficoltà graduale e crescente, solo in questo modo vi sarà un miglioramento costante e il ginnasta sarà sempre motivato alla prosecuzione dell’attività.
Esercizi ed esecuzioni
In generale, il contenuto della performance si basa sull’esecuzione di brevi esercizi di durata variabile, secondo la specialità considerata, tra i 7 ed i 90 secondi.
Un esercizio non è nient’altro che l’insieme di un numero finito di elementi, dove per elementi si intende movimenti ginnici di diversa complessità e valore, collegati fra loro con movimenti coreografici e di contorno per far apparire il tutto più fluido e armonioso possibile.
Gli elementi sono scelti dal singolo atleta e dal proprio allenatore e presentati in sede di gara.
Nella Ginnastica Artistica Maschile e in quella Femminile, sono obbligatori 10 elementi ad ogni attrezzo, escluso al volteggio.
Per la GAF, al corpo libero, l’esecuzione è abbinata da un accompagnamento musicale.
Al volteggio sono previsti 1 o 2 salti, a seconda del tipo di competizione.
Nella Gpt, invece, il ginnasta esegue in ogni attrezzo 6 diversi elementi in un tempo massimo di 50 secondi, tranne ovviamente al volteggio e al mini-trampolino in cui deve eseguire due ripetizioni dello stesso salto.
Inoltre non vi è accompagnamento musicale in gare individuali.
Un aspetto peculiare e, a parer mio, quasi unico (dato che difficilmente si riscontra negli altri sport), è quello rappresentato dal saluto al giudice o alla giuria, si tratta di un vero e proprio cenno di presentazione che va eseguito all’inizio e alla fine di ogni esecuzione.
La durata totale della performance di gara, è data dal periodo che intercorre tra il momento in cui il ginnasta entra in campo gara e il momento in cui finisce l’esercizio dell’ultima specialità. Questo periodo è composto dalle parti di riscaldamento all’attrezzo, dalla performance di gara vera e propria e dalle pause di attesa che intercorrono tra l’esecuzione di un esercizio e quello seguente.
Con riferimento alle competizioni regolari di livello Internazionale questo periodo dura in media circa 60 minuti per le ginnaste e circa 90 minuti per i ginnasti.
Nelle competizioni dilettantistiche nazionali questo tempo varia molto da 40 minuti a 180 minuti a seconda del numero di partecipanti.
I tipi e le varietà di competizioni sono moltissime: regionali, interregionali, nazionali, internazionali, europei e mondiali, universiadi, giochi dello Sport e molte altre.
La Gpt, invece, propone gare più semplici e forse più divertenti; trofei individuali di diversi livelli di difficoltà, Coppa Italia a squadre e prove e percorsi ginnici per gli atleti più piccoli.
Non si può dimenticare la componente coreografica, che ha subito notevoli mutazioni ed evoluzioni, passando da movimenti stereotipati e per lo più simmetrici, ad una ricerca sempre più accorta e minuziosa dell’interpretazione del tema musicale, contribuendo, in questo modo, ad un recupero fisiologico fra gli elementi, reso più spettacolare ed esteticamente più piacevole.
I fattori per cui si è portati a seguire movimenti di danza anche in ginnastica artistica, sono molteplici: in primo luogo, anche per eseguire il più semplice movimento, è necessario avere la percezione del proprio corpo in situazioni statiche e dinamiche, sia in forma globale che segmentaria; inoltre il ritmo è una componente fondamentale nella ginnastica artistica, in quanto le atlete basano l’esecuzione dei propri esercizi su un ritmo specifico, soggettivo e variabile. Quando parlo di coreografia intendo gli spostamenti e le andature nell’esecuzione al suolo, le quali devono comunque sottostare a criteri di tenuta del corpo e di allineamento, come passi, giri, balzi e qualsiasi tipo di giro od onda del corpo che l’atleta esegue fra un elemento codificato e l’altro.
Codice dei punteggi e metodi di valutazione
Vi è un testo fondamentale che non può assolutamente mancare ad un ginnasta ed al suo insegnante: il Codice dei Punteggi.
Si tratta di un manuale, pubblicato dalla Commissione Tecnica della Federazione Internazionale Ginnastica.
Si divide in due parti: la prima è normativa, descrive il comportamento che devono assumere gli atleti, i tecnici, i dirigenti ed i giudici durante la gara, la disposizione degli attrezzi sul campo e tutte le informazioni che riguardano lo svolgimento della competizione.
La seconda parte invece stabilisce le norme tecniche di ciascun esercizio e presenta una serie di tabelle, dove sono contenuti tutti gli elementi (divisi per attrezzo), con il relativo valore.
Viene aggiornato al termine di ogni quadriennio olimpico ed è utilizzato sia per le competizioni nazionali che per quelle internazionali. La complessità dei movimenti e il loro valore è identificato attraverso delle lettere alfabetiche che vanno dalla A (movimenti più semplici e di minor valore), alla F e G (movimenti di grande difficoltà e di alto valore).
Il punteggio finale è stabilito dai giudici.
I giudici di gara, per acquisire tale qualifica, devono frequentare dei corsi di preparazione organizzati dalla F.I.G. e dalla F.G.I., sostenendo esami di diverso livello.
In relazione alla competenza acquisita, le qualifiche si diversificano in: Giudice Regionale, Giudice Nazionale e Giudice Internazionale.
Oltre a questi corsi di preparazione, i giudici devono frequentare i corsi di aggiornamento sulla continua evoluzione degli esercizi e sulle tecniche di esecuzione, per il costante aumento delle difficoltà ed infine per adattare il metodo di giudizio a quanto previsto dal Codice dei Punteggi Internazionale.
Il punteggio finale è dato dal valore di partenza dell’esercizio meno i falli di esecuzione.
Oltre alla descrizione degli elementi per comporre gli esercizi, il Codice dei Punteggi stabilisce le penalità che possono essere applicate ad ogni esercizio. I falli che un ginnasta può commettere sono schematizzati come segue:
- tecnici;
- di combinazione;
- riguardanti la tenuta del corpo;
- riguardanti il comportamento del ginnasta o dell’istruttore.
Inoltre ci possono essere falli piccoli come alcune imperfezioni della tenuta di arti inferiori e superiori, o l’insufficiente controllo del capo, medi come un lieve discostamento dalla tecnica di esecuzione dei movimenti o falli di tenuta più evidenti e gravi, come ad esempio cadute ed ampi sbilanciamenti.
Per quanto riguarda GAF e GAM il corpo giudicante è composto dalla Giuria: essa stabilisce il valore di partenza, cioè il valore massimo del contenuto dell’esercizio, e valuta i falli d’esecuzione, di presentazione e di contenuto artistico eseguiti durante l’esercizio.
Rispetto al precedente quadriennio 2004-2008, il sistema di composizione degli esercizi e la relativa valutazione sono cambiati totalmente.
Esiste un punteggio D (valore del contenuto delle DIFFICOLTA’ dell’esercizio) dato dalla somma dei singoli elementi scelti, che viene quantificato da una giuria D che valuta il contenuto dell’esercizio, ed esiste un punteggio E (ESECUZIONE) dato da punti 10,00 meno le penalità per falli eseguiti che viene stabilito da una giuria.
Il punteggio finale assegnato all’atleta è dato dalla somma di D+E.
Sono anche presenti i giudici di linea e i cronometristi, incaricati del controllo e della durata dell’esercizio. Nella Gpt, invece, i giudici hanno un unico punteggio (quello di partenza del ginnasta), + un coefficiente di esecuzione pari a 10.
Dalla somma ottenuta si andranno a togliere le penalità annotate dalla giuria.
Tanto più elevata sarà la difficoltà del movimento da eseguire tanto maggiore sarà il punteggio (coefficiente di difficoltà), infatti, un esercizio con un punteggio di partenza elevato sarà sicuramente più competitivo di uno a basso coefficiente.
Dal 1992 il programma di esercizi obbligatori (cioè movimenti prescritti dalla FIG), considerato fino ad allora di carattere formativo, è stato abolito ed ora si eseguono solo esercizi di libera composizione.
L’ultima importante innovazione, in ordine cronologico, apportata al Regolamento Internazionale concerne i criteri utilizzati per il sistema di valutazione della performance.
Da Gennaio 2006 è infatti possibile parlare di Record del Mondo anche per i ginnasti. Mentre in passato il punteggio massimo acquisibile da un ginnasta era di punti dieci e i livelli di difficoltà erano solo 3, attualmente l’unico vincolo posto al raggiungimento di alti punteggi di performance (maggiori di dieci punti) risiede nella capacità del ginnasta di inserire, all’interno degli esercizi, il maggior numero di elementi aventi i più elevati coefficienti di difficoltà 6. Ciò ha comportato notevoli cambiamenti alla disciplina sportiva in termini di incremento delle componenti di difficoltà degli esercizi eseguibili sui diversi attrezzi.
(dalla tesi di: Tumiati Martina)